Assobim chiarisce la definizione dei digital twin e illustra gli elementi chiave per il loro successo e quali vantaggi possono apportare.
Quando i digital twin e le piattaforme ad essi collegate hanno fatto la loro prima comparsa sul mercato sono stati accolti con l’entusiasmo e le aspettative che spesso accompagnano le innovazioni tecnologiche. Tuttavia, tali aspettative sono state spesso alimentate con una promessa di risparmi concreti e significativi sui costi di costruzione e manutenzione che non sempre è stata mantenuta.
Oggi, un decennio più tardi, alcuni errori di quella prima fase sono evidenti: attese in parte deluse, mancanza di chiarezza sui costi, risultati insufficienti hanno creato qualche diffidenza nei confronti di uno strumento in realtà molto efficace se utilizzato nel giusto modo. Ma come recuperare questo calo di fiducia e comunicare al meglio il potenziale dei digital twin? La loro stessa definizione rappresenta in parte un ostacolo non essendoci un consenso unanime sui termini, cosa che a sua volta alimenta una mancanza di chiarezza e comprensione.
Proprio partendo dalla terminologia, i digital twin possono essere definiti come rappresentazioni digitali dinamiche e connesse di entità del mondo reale finalizzate a supportare un migliore processo decisionale, migliorare le performance di quanto realizzato e consentire analisi predittive. L’elemento chiave più importante per il loro successo, è accertarsi che il loro sviluppo avvenga in vista di obiettivi e contesti il più possibile specifici.
In altre parole, il loro valore non consiste nel creare un digital twin di per sé, ma nella loro capacità di fornire una soluzione a un problema che un utilizzatore potrebbe avere in futuro. Al contrario, il fattore che ha contribuito maggiormente a creare qualche scetticismo nei confronti di questo strumento è stato proprio il modo in cui la tecnologia dei gemelli digitali è stata inizialmente presentata, vale a dire fortemente incentrata sul prodotto e focalizzata sullo spazio costruito.
Sebbene i gemelli digitali abbiano certamente un ruolo importante nell’ambito delle costruzioni, d’altro canto il loro sviluppo iniziale ha determinato la creazione di soluzioni “sovra-ingegnerizzate”, caratterizzate da un ampio spettro di funzioni ma non necessariamente adatte a ogni specifico utilizzo. La generazione di valore per l’utente finale deriva al contrario dall’aderenza dello strumento alle sue specifiche necessità, risultato raggiungibile privilegiando le funzionalità più idonee al caso in questione e abbracciando una visione e una strategia di lungo periodo in cui l’ecosistema del digital twin può essere via via iterato e arricchito di dati, consentendogli di crescere e svilupparsi nel tempo.
Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che un asset non opera in modo isolato ma è inevitabilmente influenzato da fattori esterni che influiscono sulla sua funzionalità, la pianificazione dei suoi processi e molteplici altri aspetti. Per questo motivo i GIS sono da considerarsi una componente integrante indispensabile dei gemelli digitali e un potente amplificatore del loro valore, consentendo di incorporarli in un contesto di scala più ampia che include molteplici altre variabili utili o necessarie al raggiungimento degli obiettivi del progetto.
I digital twin, in altre parole, possono essere utilizzati per molto più che semplici edifici, ed è necessario superare il luogo comune che tende a identificarli come semplici modelli 3D o rappresentazioni di un edificio o di una struttura per poter utilizzare al meglio il loro potenziale alla pianificazione, progettazione costruzione e gestione di un’opera.
Uno dei loro vantaggi più interessanti, anzi, è proprio l’adattabilità a diverse funzioni e scopi, che vanno quindi identificati con la massima precisione possibile non limitando l’analisi al singolo caso o ambito d’uso ma esplorandone il potenziale impatto su tutti i processi coinvolti.