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BIM e LCA: l’integrazione fra strumenti e processi

Assobim spiega come il BIM sia in grado di gestire il gran numero di informazioni provenienti da un’analisi Life Cycle Assessment, LCA, offrendo la possibilità di governare in maniera integrata un complesso sistema di informazioni.

La metodologia nota come Life Cycle Assessment (LCA) quantifica gli impatti sull’ambiente generati da un prodotto, servizio o processo tenendo conto del suo intero ciclo di vita con lo scopo di sviluppare strategie di mitigazione del rischio ambientale. Le analisi LCA contribuiscono in particolare a fornire in fase di progettazione informazioni circa la sostenibilità delle scelte compiute, rendendo il percorso decisionale più consapevole e mirato.

In questa ottica, se da un lato il BIM rappresenta per il mondo delle costruzioni un valido strumento di supporto decisionale in termini di costi, tempo e soluzioni progettuali, dall’altro, estendendo la stessa metodologia alle valutazioni LCA, questo può essere utilizzato proficuamente come strumento di valutazione della sostenibilità ambientale delle opere. L’integrazione di analisi LCA in ambito BIM consente in altre parole di analizzare dati legati alla sostenibilità ambientale, che rappresenta solo uno degli aspetti della sostenibilità complessiva, insieme con quelli di carattere economico e sociale. Il concetto di sostenibilità è infatti estremamente complesso, e di conseguenza la corretta implementazione di processi o trasformazioni sostenibili può risultare molto complessa.

In generale si può dire che il Life Cycle Assessment mira a quantificare in maniera analitica e affidabile gli impatti che un materiale, un prodotto o un processo possono avere sull’ambiente durante il loro intero ciclo di vita. Tale approccio è spesso sintetizzato con l’espressione “from cradle to grave”, proprio perché tiene conto di tutte le fasi del processo di trasformazione, dall’estrazione delle materie prime alla loro lavorazione, al trasposto e distribuzione, alla messa in opera, alla fase di uso e manutenzione, fino alla dismissione al termine del ciclo di vita. Alla luce di ciò, la sostenibilità nel settore delle costruzioni va perseguita analizzando e governando le ricadute degli interventi e delle trasformazioni sui piani economico, sociale e ambientale, sia al momento della realizzazione degli interventi che durante la vita utile degli interventi stessi e durante la loro dismissione. Troppo spesso, soprattutto in edilizia, il requisito della sostenibilità è ridotto e confuso con soli requisiti energetici. Infatti, a causa anche di un quadro normativo non ancora definito e a causa di procedure e metodi di valutazione della sostenibilità non ancora affermati, un intervento edilizio è spesso definito sostenibile solo se in qualche modo determina un risparmio energetico in una fase della vita utile dell’intervento stesso. La sostenibilità invece deve risiedere nel raggiungimento di un equilibrio ottimale tra il soddisfacimento, in diversi momenti nel tempo, di requisiti economici, ambientali e sociali, spesso in conflitto tra loro.

È quindi auspicabile che il processo decisionale alla base della progettazione sia quanto più possibile “informato” attraverso dati relativi agli impatti ambientali, economici e sociali determinati dalle scelte che si operano. In altre parole, la progettazione deve essere gestita in maniera consapevole, sfruttando informazioni complesse riferite alla sostenibilità degli interventi progettati. Spesso però tali informazioni sono difficili da gestire in maniera integrata giacché ampie, variegate e complesse, soprattutto quando riferite agli oggetti della progettazione civile, come edifici e infrastrutture, di per sé costituiti dall’integrazione di sistemi tecnologici diversi.

La metodologia LCA, soprattutto nei processi edilizi, è caratterizzata da un’elevata complessità computazionale e da una vasta mole di dati che rappresentano una barriera per l’utilizzo del LCA nel settore delle costruzioni. La vastità e la laboriosità dei dati scaturiscono dall’estrema complessità ed eterogeneità dei sistemi, dei materiali e dei componenti che caratterizzano l’oggetto prodotto dall’industria delle costruzioni.

È in questa complessità e nell’elevata quantità di dati che si colloca il Building Information Modeling, come supporto per l’archiviazione e la gestione ottimizzata di tutte le informazioni per il mercato dell’edilizia. Il BIM è infatti in grado di gestire il gran numero di informazioni provenienti da un’analisi LCA, offrendo la possibilità di governare, in maniera integrata, un complesso sistema di informazioni, riferito ai vari sistemi e componenti che costituiscono l’opera edile in momenti diversi del suo ciclo di vita. Ovviamente questo comporta un importante lavoro d’inventario e catalogazione degli impatti ambientali legati ai materiali, ai sistemi, ai componenti e alle lavorazioni che sono adoperati nell’industria delle costruzioni. In tal modo è possibile offrire ai progettisti la possibilità di compire scelte progettuali avendo a disposizione informazioni chiare sugli impatti ambientali legati alle diverse alternative tecniche a disposizione.

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